Il contributo base per gli imballaggi in carta passerà da 35 euro/tonnellata a 65 euro/tonnellata.
Dopo la riduzione a 5 euro/tonnellata, in vigore dal giugno 2022 a ottobre 2023, quando gli straordinari valori dei maceri avevano reso possibile questa revisione al ribasso, oggi i fattori principali dell’aumento sono: riduzione oltre le attese, iniziata nell’autunno 2022, dei valori di mercato dei maceri; aumento delle quantità di rifiuti di imballaggio gestite da COMIECO, nonostante la contrazione dell’immesso al consumo riscontrata nel 2023; necessità di riportare le riserve patrimoniali del Consorzio a un livello idoneo a garantire la continuità negli impegni di raccolta e riciclaggio. Queste riserve, infatti, per effetto della diminuzione del CAC sopra richiamata, fra la seconda metà del 2021 e il 2023 sono state progressivamente ridotte di oltre 150 milioni di euro.
Non cambiano, per il momento, i valori degli extra-CAC da applicare agli imballaggi poliaccoppiati a base carta idonei al contenimento di liquidi (20 euro/tonnellata), a quelli di tipo C (con componente cellulosica superiore o uguale al 60% e inferiore all’80%, pari a 110 euro/tonnellata) e a quelli di tipo D (con componente cellulosica inferiore al 60% o non esplicitata, di 240 euro/tonnellata). Una valutazione a questo proposito è prevista nel corso del 2024, con effetti sul 2025.
I valori del CAC per la carta saranno quindi i seguenti:
Ilcontributomediopergliimballaggiinplastica passeràda294euro/tonnellataa398 euro/tonnellata.
Tra il 2022 e la prima parte del 2023 i valori medi del contributo ambientale per gli imballaggi in plastica hanno infatti subito una significativa e graduale diminuzione per effetto della positiva situazione economica registrata dal Consorzio COREPLA a partire dal 2021; ciò ha consentito di attingere anche alle riserve patrimoniali per far fronte al fabbisogno da CAC. Il contributo medio per gli imballaggi in plastica nel 2021 era pari a 398 euro/tonnellata, nel 2022 a 327 euro/tonnellata e nel 2023 a 294 euro/tonnellata.
Dal 1° aprile 2024 il contributo medio ritornerà dunque ai valori del 2021, data l’esigenza di ricostituire le riserve atte a garantire la raccolta e il riciclo degli imballaggi in plastica. Queste riserve, nel corso del 2023, si sono notevolmente ridotte, anche per effetto di una diminuzione dei ricavi delle aste (cui è ragionevole guardare, per il 2024, con moderato ottimismo, dal momento che molti prevedono un’evoluzione dei valori in miglioramento) oltre che di un aumento dei costi di raccolta e selezione (che il Consorzio COREPLA ha già cercato di ottimizzare dove possibile) legati principalmente all’impatto dell’inflazione sui corrispettivi ANCI- CONAI.
Per l’anno 2024 restano confermate le nove fasce in vigore dal 2023, con valori sempre più legati ai costi necessari per avviare a riciclo le tipologie di imballaggi inclusi in ciascuna fascia.
Non subiscono aumenti le fasce A1.2 e A2, recentemente adeguate.
La fascia A1.1 passerà da 20 a 24 euro/tonnellata.
La fascia B1.1 passerà da 20 a 224 euro/tonnellata e la fascia B1.2 passerà da 20 a 233 euro/tonnellata. Due fasce che registrano gli incrementi più consistenti: hanno infatti beneficiato maggiormente, tra la seconda parte del 2022 e il 2023, della possibilità di attingere alle riserve, alle quali avevano contribuito in modo determinante per effetto dei valori straordinari delle aste.
I valori del CAC per queste fasce tornano quindi a quelli ordinari pre-2021, nonostante l’inflazione registrata nel biennio 2022/2023.
La fascia B2.1 passerà da 350 a 441 euro/tonnellata; la fascia B2.2 passerà da 477 a 589 euro/tonnellata; la fascia B2.3 passerà da 555 a 650 euro/tonnellata; la fascia C passerà da 560 a 655 euro/tonnellata.
Sempre a partire dal 1° aprile 2024, alcune tipologie di imballaggi cambieranno fascia di appartenenza.
Le vaschette in XPS passeranno dalla C alla B2.3, grazie allo sviluppo di una filiera sperimentale di riciclo promossa negli ultimi anni.
Gli imballaggi rigidi in PP con etichette coprenti in qualunque polimero, a prescindere dalla presenza o meno di perforazioni/punzonature, ora in fascia B2.2, saranno ricollocati tutti in fascia B2.1 per via di un efficientamento dei processi di selezione.
Bottiglie, barattoli e flaconi in PET opachi e/o con etichetta coprente non punzonata, oltre alle relative preforme, passeranno dalla fascia B2.3 alla B2.2, grazie al consolidamento della filiera di riciclo di questi articoli.
Le liste aggiornate degli imballaggi in plastica nelle 9 fasce contributive saranno a breve disponibili sul sito CONAI.
Ecco i valori dei CAC dal 2024 per le plastiche in sintesi:
Il contributo per gli imballaggi in bioplastica compostabile passerà da 170 euro/tonnellata a 130 euro/tonnellata.
Una riduzione resa possibile dal contenimento dei costi operativi del Consorzio BIOREPACK e dall’utilizzo delle riserve patrimoniali generatesi in questi primi anni di attività.
Le rimodulazioni avranno effetti anche sulle procedure forfettarie/semplificate per importazione di imballaggi pieni, che tornano a valori comunque inferiori a quelli del 2021.
Il contributo mediante il calcolo forfettario sul peso dei soli imballaggi (tara) delle merci importate (peso complessivo senza distinzione per materiale) passerà dai 70,00 euro/tonnellata a 69,00 euro/tonnellata dal 1° gennaio 2024 (come già annunciato a luglio 2023) e a 98,00 euro/tonnellata dal 1° aprile 2024.
A decorrere dal 1° aprile 2024 l’aliquota da applicare sul valore complessivo delle importazioni (in euro) per i prodotti alimentari imballati passerà da 0,11% a 0,15% e per i prodotti non alimentari imballati da 0,06% a 0,08%.
I contributi/forfettari saranno quindi i seguenti:
I nuovi valori delle altre procedure semplificate saranno a breve disponibili sul sito CONAI.
Nel parlare comune, spesso, questi due termini sono utilizzati come sinonimi.
Però di fatto non lo sono poiché intendono processi e risultati finali diversi.
Meglio quindi approfondire.
Se un materiale è biodegradabile, significa che può essere “digerito” da microorganismi che lo degradano attraverso processi enzimatici fino a scomporlo in molecole inorganiche semplici come acqua, anidride carbonica e metano.
È il caso del ramo secco che cade al suolo e in breve tempo scompare tornando in natura.
Ma anche di materiali artificiali come un pezzo di carta che, se lasciato all’aperto verrà presto degradato dall’ambiente.
Compostabile significa invece che il materiale in questione, di solito la frazione umida di rifiuti urbani o altre materie organiche, attraverso un processo aerobico di decomposizione in condizioni controllate, viene trasformato in compost e altre sostanze secondarie come acqua, anidride carbonica e calore.
In sostanza, la biodegradazione è un processo naturale e spontaneo che fa da preludio al compostaggio, un processo più complesso che deve avvenire secondo criteri più stringenti.
Praticamente qualsiasi materiale è biodegradabile: la differenza, perché il processo sia accettabile, la fa il tempo impiegato a scomparire e il rilascio di sostanze nel terreno: ad esempio, anche un accendino di plastica, se lasciato nell’ambiente, piano piano si degraderà.
Ma impiegherà 100 anni e lascerà nel terreno sostanze che non sono semplici acqua, anidride carbonica e metano.
Detto ciò è facile capire quanto il discorso sia ampio e complesso.
Meglio quindi restringere il campo ai soli imballaggi, la cui biodegradabilità e compostabilità è definita dall’unione europea con la norma EN 13432/2002.
La quale enuncia punto su punto i requisiti che un imballaggio deve possedere per potersi definire biodegradabile e compostabile.
Ed ecco la prima definizione: un materiale è biodegradabile se la sua degradazione avviene per almeno il 90% in 6 mesi, test da effettuare secondo specifici standard.
Se il materiale in questione ha questa caratteristica, allora ha la possibilità anche di essere compostabile, ma qui le regole da seguire per testare questa possibilità si fanno ancora più dettagliate.
Perché i frammenti residui dovranno essere inferiori 2 mm; la concentrazione di additivi e metalli pesanti dovrà essere limitata; ph, salinità ed altre sostanze chimiche dovranno rientrare in determinati range.
Come essere sicuri che il compost prodotto da imballaggio soddisfi queste caratteristiche?
Con il Terrestrial Plant Test: due varietà specifiche di semi vengono fatte germogliare contemporaneamente in compost con e senza l’aggiunta di materiale da imballaggio.
Per entrambe le varietà di semi coltivate in compost da imballaggio, la velocità di germinazione e il conseguente sviluppo vegetativo devono avvicinarsi di più del 90% alla crescita dei semi in compost “bianco” senza che, ovviamente, si manifestino effetti negativi sulle piante.
Se tutte queste caratteristiche sono soddisfatte quel dato materiale potrà essere considerato compostabile ed entrare nel ciclo virtuoso del recupero della materia e da scarto tornerà ad essere risorsa, in questo caso prezioso compost per fertilizzare piante e coltivazioni.
Gli articoli in polpa di cellulosa della nostra linea NAT.BIO soddisfano a pieno i requisiti dettati dalla EN13432 ed hanno anche diversi vantaggi pratici: piatti e vaschette possono essere gettati assieme ai residui di cibo senza preoccuparsi di svuotarli, non finiscono in discarica aumentando i volumi di materiale indifferenziato e, anzi, vengono avviati a nuova vita sotto forma di compost.
Per questo ne siamo orgogliosi: se ancora non conosci i nostri piatti e contenitori in polpa di cellulosa richiedici un campione. Saremo felici di farti scoprire quanto è virtuosa la nostra serie NAT.BIO.
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RHS – RISTORA HOTEL SICILIA è il più prestigioso salone specializzato del Sud Italia, da 17 anni il punto di riferimento per tutte le aziende del mondo Ho.Re.Ca che puntano alla crescita e alla qualità delle loro attività nei settori alberghiero, ristorazione e, più in generale, nel food and beverage in tutte le sue declinazioni.
Duplice la missione di RHS: da un lato promuovere l’ospitalità, la ristorazione e il turismo attraverso iniziative professionali di vario interesse, capaci di coinvolgere tutti gli operatori dei rispettivi settori di attività, dall’altro presentare i migliori prodotti e servizi offerti dai marchi più prestigiosi per promuovere il costante aggiornamento delle imprese e massimizzare i loro profitti.
È per tale ragione che le presenze al salone sono in costante crescita e interessano un pubblico sempre più eterogeneo dal piccolo Bar al grande Ristorante, dal Luxury Hotel al B&B, dalla Gelateria al Pub, dalla Pizzeria alla Pasticceria e tanto altro ancora. RHS, infatti, coinvolge da sempre circa 800 marchi leader nei settori delle attrezzature, arredi, semilavorati e servizi.
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